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Quando non sentire diventa un problema

La perdita d’udito è una patologia diffusissima, ma per alcune persone è un vero problema affrontare questo disagio. Cerchiamo di capire il perché e quali sono e le soluzioni

Importanza dell’udito

Prima di tutto, è importante dire che l’udito fa parte di un sistema molto complesso. Uno dei primi sensi che si sviluppa nel feto ed è quello che maggiormente mette in contatto con il mondo esterno. All’inizio sono solo rumori e suoni, poi grazie alle nostre capacità cognitive, ben presto diventano parole con un significato compiuto. Viene identificato anche come primo organo sensoriale d’allerta.

I danni irreversibili al sistema uditivo sono molto rari, come l’ipoacusia “grave” o “profonda”, mentre sono frequentissime le forme di ipoacusia “lieve” o “moderata”, dove le capacità uditive risultano ridotte considerevolmente e, che si stima, riguardino il 20% dei sessantenni, dovuti a: eventi traumatici, invecchiamento, alcuni farmaci, fattori genetici, etc.

Perdita uditiva e tempismo!

Sì, il tempismo! Può risolvere un’alta percentuale di casi da deficit uditivo con il massimo dei risultati. Intervenire al momento giusto riduce le possibili complicanze e un precoce aggravamento.
E’ d’obbligo e indispensabile dire, che senza un intervento tempestivo, sarà più difficoltoso recuperare la capacità uditiva in tempi brevi e soprattutto, una qualità di vita sociale ottimale.

L’apparecchio acustico, questo sconosciuto

Alle prime avvisaglie, bisogna rivolgersi ad un centro specializzato, anche solo per dissipare dubbi. Si pensa di avere tempo, che tutto sommato non è così grave avere qualche difficoltà nel sentire. Il primo pensiero poi, è di dover utilizzare un apparecchio acustico e questo mette in difficoltà parecchie persone. Nell’immaginario collettivo, l’apparecchio acustico è visto come un “marchingegno” fastidioso, troppo visibile, che crea disagio a chi lo indossa.  Pensiamo soprattutto ai giovani che hanno timore di essere scherniti, ma non è esente da questo pensiero anche chi ha qualche anno in più. Ormai, gli apparecchi di ultima generazione sono quasi invisibili e non creano alcun disagio. Si indossano facilmente e se ben mantenuti e controllati periodicamente, non arrecano nessun disturbo. Comunque, non andiamo subito a credere di aver bisogno di un apparecchio acustico, non è detto! Chi ha una lieve ipoacusia non sempre ha bisogno di un ausilio che lo aiuti a sentire meglio.  La cosa migliore da fare, è quantificare il deficit attraverso un test o esame eseguito da un professionista, in modo da poter gestire con consapevolezza la situazione che si potrebbe verificare.

Prove “casalinghe”

Se si pensa di avere qualche deficit uditivo, possiamo chiedere al figlio o nipote, comunque a qualcuno che sappiamo per certo senta bene, di ascoltare insieme un programma televisivo e chiedergli di regolare il volume al minimo possibile, dove possa solo lui/lei sentire in modo distinto le parole. A questo punto, senza guardare, valutiamo cosa e quanto sentiamo.

Se accertiamo che i suoni e le parole non arrivano in modo distinto, dobbiamo supporre di avere una ipoacusia e che è indispensabile rivolgersi ad un centro specializzato per approfondire e capire:

  • Se la perdita uditiva riguarda un solo orecchio o entrambe. Un orecchio che funziona bene può compensare in parte il deficit dell’altro; mentre se la perdita è da tutte e due le parti, ci troviamo di fronte ad un deficit bilaterale e la situazione cambia. Per dissipare ogni dubbio c’è un solo modo, eseguire un test audiometrico.
  • Se è in dubbio la qualità di comprensione delle parole, è importante effettuare anche un’audiometria vocale. Questo tipo di test, valuta la percentuale di parole comprese in modo corretto sulla base dell’intensità acustica.

I risultati di questi esami, daranno la certezza sul tipo di deficit uditivo e la possibilità all’audioprotesista di avere dati importanti, prima della scelta e applicazione della protesi acustica adeguata e personalizzata per un recupero ottimale dell’udito.

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